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La libreria dei gatti

La libreria dei gatti
A Singapore Kenny Leck si è inventato una libreria – e una casa editrice – che va per la maggiore. La chiave del successo? Presentare il tuo luogo al tuo pubblico. Con tante cosettine e tre gatti che si aggirano tra gli scaffali.

 

La libreria indipendente più nota di Singapore è Booksactually, nascosta in una delle vie interne del quartiere anni ’30 di Tiong Bahru, che oggi sta diventando particolarmente chic. Le villette in uno stile tra il liberty e il razionalismo modernista (rampe di scale esterne a spirale, cornicioni esterni a contornare la facciata, balconate tondeggianti, tetti piatti, cavedi capaci di costruire un’illuminazione diurna che risente magicamente del passaggio di ogni nube davanti al sole), erano destinate ai dipendenti dello stato: appena la vendita ne è stata liberalizzata sono state prese d’assalto dal bel mondo intellettualizzato di Singapore, e aprono i caffè, i ristorantini: la nuova zona dell’epicureismo gentile, politically correct, un po’ come accadde ai Marais di Parigi anni fa.

Booksactually dunque riproduce uno stile Marais: circondata di negozietti di oggettistica inutile ma carina, si adegua anche grazie alla personalità del suo fondatore Kenny Leck, che tra i libri nasconde una serie di cosette (bottigliette di coca cola di forme varie e in lingue diverse, tazzine da tè, pezzi di ricambio per bicicletta, una collezione di gabbiette in legno per merli canterini, qualche lampada d’antiquariato,  pezzi unici di grafica locale: “E’ che fatico a separarmi dalle mie cose, e non so mai dove metterle, per cui le ho portate qui.”

Kenny è un trentacinquenne che porta i capelli neri ritti sulla testa, un po’ punk ma con discrezione, e quel che stupisce della nostra conversazione è la sua scelta di portarla sul marketing. Parla del suo pubblico, della sua lunga esperienza come commesso a Borders, della convinzione che in questo paese, dove girano ogni anno più soldi, anche le vendite di libri siano in aumento: “Se qualche libreria chiude, è perché non sa essere attraente per i propri clienti.”

Kenny Leck rende attraente Booksactually con una raffica di presentazioni e eventi vari (tra i quali, appunto, mercatini domenicali di oggettistica che vien fuori dalle bellissime shophauses cinesi che anno dopo anno vengono buttate giù per far posto a qualche brutto edificio moderno), e con una casa editrice, la MathPaper Press, fondata insieme a due poeti noti come Alvin Pang e Cyril Wong, che riesce, non so come, a pubblicare libri a costo quasi zero anche perché tutta la poesia (che qui vende in modo sorprendente) gli viene regalata dagli autori, così come la grafica, mentre è insieme a un gruppo di amici che si fa l’editing, anche dei romanzi in traduzione, siano essi romanzi da Singapore scritti in cinese, o romanzi dalla Cina vera e propria (Zheng Yueran, trentenne molto femminile, che scrive storie di fantasie adolescenziali, e se ha fatto milioni di copie in Cina ne può fare qualche migliaio anche qua). Ma siamo sempre nell’ambito della narrativa in lingua inglese: cosa possono costare i diritti di un giovane autore australiano, che va solo portato sulla carta?

Mondo a parte Booksactually. Nominato di recente tra i tre editori indipendenti di grido nella città stato, con Ethos Books e Epigram, si tiene discosto dai grandi eventi, non si mischia, e il risultato è quello di fidelizzare un pubblico che stravede per lui, per le sue commesse e soprattutto per i tre gatti che si aggirano tra gli scaffali, divenendo il simbolo del suo “Singaporean Way of Life.”

Booksactually festeggia il suo decimo compleanno, e si prepara al quarto trasloco: l’affitto a Tiong Bahru è divenuto insostenibile. C’è perfino una sorta di colletta di tra i lettori, un crowdfunding che lo aiuterà a comprare finalmente un posto suo.

Non posso non chiedergli come si ponga di fronte alla divaricazione tra editoria in inglese e editoria in cinese che qui si fa sentire in modo prepotente. Gli nomino la libreria cinese di un amico, la sua pagina facebook in mandarino: solo google translator aiuta ad avvicinarsi.

Risponde che l’avvento dell’inglese è il risultato di un processo inarrestabile, a scuola ormai si usa solo quello, il mandarino è lingua di insegnamento specifico per una popolazione che (lo senti mentre passeggi per le strade della città, o negli enormi centri commerciali) parla ancora in cinese sì, anche i giovanissimi, ma non è mai mandarino, è cantonese o hokkien, o un misto dei dialetti del sud da cui provengono le famiglie immigrate alla fine dell’ottocento, nel primo novecento, e poi con l’avvento del comunismo.

Eh già, in Cina Mao Tsedong ha imposto il mandarino, ne ha semplificato i caratteri, e li ha ridotti di numero, alfabetizzando il paese e mettendo le basi per una letteratura contemporanea unificante, qui la popolazione di etnia cinese (e siamo ben oltre il 65% per cento) fatica a leggere il mandarino, e allora l’inglese vince.

Vince anche Kenny Leck, che da buon libraio qual è, conosce il suo pubblico e sa fare il suo marketing. Altro che megastore italiani pieni di peluche per bambini ed elettronica. O focacce.

 

 


Categoria: Singapore



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