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Tempo sospeso

Tempo sospeso

A Singapore ogni maschio maggiorenne è costretto a fermare la propria vita per due anni: il servizio di leva obbligatorio. Ma gli scrittori come lo raccontano questo tempo sospeso? Certo non come il tempo sospeso delle nostre e dello loro vacanze, che pure è ugualmente il tempo del vuoto.

 

E’ quello dei Singaporeani (maschi) che trascorrono due anni in servizio di leva, chiusi in caserma a pochi chilometri da casa – e per chi ha più di quarantanni erano due anni e mezzo. E’ sorprendente, non c’è poeta, editore, romanziere o libraio che parlandomi di sé a un certo punto non mi dica: quando ho finito il mo periodo nell’esercito…

E a chiedergli di quei due anni non si ottiene risposta, o perlomeno si ottiene solo quel “E’ sostanzialmente un periodo nel quale io non facevo niente tutto il giorno”. Che corrisponde in parte sì, al ricordo mio italianissimo di un anno di noia in una caserma d Cremona, ma si era sempre in movimento, comunque addetti a qualche ufficio e ufficetto, noi laureati o maturati al classico.

E poi quanti amici, alcuni importanti e mai persi. Ma qui, chieder loro di parlare di “quando ero nell’esercito” è come chiedere ai nostri vecchi di parlar della guerra, e nessuno ha avuto a voglia di ricordare: ma tu papà hai sparato? Risposte zero, la rimozione è necessaria. Ma perché qua, dove non sparavano a nessuno? Quando ritornai io dal mio servizio di leva la mia ragazza mi disse. Tu non ridi più. Duro’ un po’, poi amen, la vita riprese a scorrere, anzi cominciò, e con i vecchi commilitoni si andava fuori a bere, l’abbiam fatto per anni.

Tra l’altro, questo silenzio e questo tempo vuoto, solo a Singapore: mai sentito niente di simile in Cina, in India, al punto che non ho idea se esistano paesi asiatici dove ancora il servizio di leva sia per tutti. Pensando a quel tanto di depressivo che a volte traspare dalle stagioni che non si susseguono mai a Singapore, i mesi tutti uguali senza cambiamenti climatici, e le amicizie che si formano ma non paiono decollare, e pure tra di loro li vedi abbastanza quieti, forse troppo, uno si domanda: ma che gli han fatto in quei due anni? Li hanno semplicemente spenti?

Saltando di palo in frasca, per noi si apre invece il tempo sospeso delle vacanze, lavacro necessario, svuotar la testa,riempirla di storie tratte dalla pila di libri che ci portiamo dietro, felici di essere soli con la compagna di sempre, come se fosse una persona nuova, diversa, in queste poche settimane. Agosto, moglie mia ti riconosco.

Se le stanno guadagnando anche loro le vacanze, gli asiatici. Perlomeno quelli di classe media. I cinesi che allungano i pochi giorni del capodanno lunare a due settimane buone e Pechino si svuota, e diviene consuetudine di pagarle, quelle ferie, alla tua donna delle pulizie. Tornano al villaggio, si dice, ma il rito del turismo sta prendendo piede, come fosse un pellegrinaggio annuale. E gli indiani se ne approfittano del maggio rovente per chiudere l’ufficio e andarsene su lungo le pendici dell’Himalaya, e poi del Natale e Capodanno dei parenti in Europa che ci ritornano loro, in patria, e poi di altre feste e festicciole più legate alla famiglia, e allora li si va a trovare oltremare.

Tempo sospeso, nel quale sei autorizzato a non fare niente, e fai di più in quelle tre settimane che in un anno intero.

 

 


Categoria: Singapore



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